Durante le sfide di Luna Rossa le telecamere si soffermano sui membri dell’equipaggio, in particolare sui due timonieri, James Spithill e Francesco (Checco) Bruni. Al termine di ogni regata il motoscafo di appoggio, spinto da tre enormi motori fuoribordo, si affianca alla barca; talvolta, in quei momenti, viene inquadrato Max Sirena, skipper e team manager di Luna Rossa.

A questo riminese di cinquant’anni, con la faccia paciosa, lo sguardo acuto ed un fisico che sembra l’immagine della solidità, Patrizio Bertelli (Prada) ha affidato le sorti della sfida di Coppa America oltre al budget che, dicono i bene informati, sfiori i 120 milioni di Euro.

Massimiliano (Max) Sirena non è un manager ma un grande velista di lungo corso con alle spalle ben sette edizioni di Coppa America con il ruolo di prodiere, di cui due vinte nel 2010  e nel 2017.
Questa volta il suo ruolo lo vede meno impegnato in manovre e cambi vela, ma come imprescindibile punto di riferimento di tutte le attività, sia in acqua che a terra. Oltre agli undici uomini che salgono a bordo per le regate, altre 110 persone lavorano per consentire a Luna Rossa di essere competitiva e – fino ad oggi – vincente.

Aggiungendo mogli, compagne, mariti, compagni e figli la “tribù “ arriva a superare le 200 persone: un piccolo spicchio di Italia che si è trasferito per quattro mesi ad Auckland. Tutti insieme, nello stesso residence, con i figli che frequentano le scuole Neozelandesi.

Max Sirena è il fulcro di questo italico microcosmo, ma è soprattutto un grande velista che, in questa edizione, svolge un ruolo diverso, un po’ defilato ma fondamentale. Lui non dimentica chi è e da dove viene. Recentemente, nel corso di un’intervista, ha detto: “Non vedo l’ora di tornare a casa ed uscire in mare con la mia barca, per tirare quattro bordi, alla folle velocità di 6 nodi…e riflettere sulla mia vita e sul mio futuro”. La vela, in fondo, è soprattutto questo!

Mirco Mascotto