Proseguendo con quanto iniziato alla fine del 2024, parlando della randa credo sia opportuno un rapido giro di orizzonte storico sui vari tipi di vela che hanno accompagnato i marinai delle varie epoche, seguendo l’evoluzione della navigazione prima dell’avvento del motore.

Va detto che lo yachting, inteso come utilizzo delle barche a vela per fini ludici, ricreativi e sportivi, è relativamente recente: i primi yacht club apparvero in Inghilterra verso il 1860 e questa pratica era riservata a persone molto facoltose.

Prima di allora l’utilizzo delle navi a vela era esclusivamente di natura commerciale e militare; spesso i due utilizzi si sovrapponevano: i bastimenti commerciali erano comunque armati con cannoni per difendersi da pirati e corsari, mentre le navi da guerra sovente avevano delle cabine destinate ai passeggeri, oltre ad ampie stive per le merci.

L’epoca d’oro della navigazione a vela va dal XVI° secolo alla seconda metà dell’ottocento, quando la propulsione a motore fece la sua apparizione, prima affiancandosi e poi sostituendo quella a vela.

Nei 4.000 anni antecedenti l’uomo navigò in tutti i mari del mondo utilizzando soltanto l’energia prodotta dal vento o dai vogatori che sputavano sangue nelle galere. Potremmo dire che, per secoli, le navi a vela furono “ibride”: la forza del vento e quella dei muscoli dei rematori consentivano alle imbarcazioni di spostarsi con continuità, anche nei giorni di bonaccia.

Nei secoli  la forma selle vele cambiò moltissimo: limitandoci a quelle che vengono issate a poppavia dell’albero, all’inizio erano di forma rettangolare (vele quadre) ed erano efficaci soltanto con venti portanti, quindi le barche del tempo non riuscivano a risalire il vento  navigando di bolina. Successivamente la forma divenne trapezoidale (vele auriche), sostenute da un picco nella parte superiore e dal boma nel lato inferiore. Gli antichi romani introdussero, forse ispirandosi alle barche che gli egizi utilizzavano sul Nilo, vele di forma triangolare (vele latine). Più recentemente, verso la fine dell’800, si sono diffuse vele triangolari (bermudiane) inferite nell’albero e nel boma; in pratica in quegli anni apparvero le prime RANDE così come le conosciamo oggi.

Contemporaneamente mutò radicalmente anche la forma degli scafi ed oggi l’armo più diffuso è lo sloop: un solo albero, boma, randa e vela di prua. Viene definito armo Marconi perché l’insieme di albero, crocette, strallo e paterazzo (schematizzato) ricorda nella forma l’antenna utilizzata da Guglielmo Marconi per i suoi primi esperimenti con la radio.

Tornando alla nostra randa, prima di addentrarci nell’analisi dettagliata di materiali, forma e regolazioni vorrei premettere che, per scelta, trascurerò le rande avvolgibili, sempre più diffuse soprattutto sulle barche a noleggio. Su queste vele molte delle regolazioni che sono possibili su una randa steccata non sono replicabili, quindi è preferibile concentrarci sulle rande che richiedono al velista molta attenzione nella messa a punto ma che, se ben regolate, sono molto più efficienti e performanti.

Nel prossimo numero parleremo di forme e materiali utilizzati e mi avvarrò della preziosa consulenza di Rosanna e Sandro i quali, per lavoro, si occupano anche di vele e sono quindi molto più qualificati del sottoscritto per parlare dell’argomento… (segue)

Buon Vento!

Mirco Mascotto