Nel numero precedente ci siamo fermati proprio nell’attimo in cui l’uomo a prua è sul punto di dare fondo all’ancora. La barca ha la prua esattamente controvento. Va detto che esiste un modo corretto di dare fondo, ma che nella pratica questo metodo non viene quasi mai seguito.
In qualche vecchio film capita di vedere come si “dovrebbe” fare: la frizione del salpancora deve essere liberata per lasciare la catena completamente libera di scorrere: l’ancora scende a grande velocità e si conficca nel fondo. A questo punto si incomincia a stringere la frizione in modo da riprendere il controllo della catena che viene fatta scorrere lentamente mentre la barca, spinta dal vento o dal motore a marcia indietro, arretra dolcemente favorendo il corretto disporsi della linea di ancoraggio.
Se il timoniere riesce a mantenere la prua al vento ed a far arretrare la barca diritta, evitando inutili “tortuosità”, la catena (o il tessile) si disporrà sul fondo; quando il càlumo avrà raggiunto la lunghezza desiderata (cinque volte il fondale), l’uomo a prua bloccherà la catena. La barca continuerà ad arretrare lentamente fino a quando la linea di ancoraggio si solleverà dolcemente dal fondo.
Siamo pronti per verificare se effettivamente l’ancora ha preso: il timoniere dovrà aumentare i giri del motore, sempre a marcia indietro. Se la barca si fermerà sul posto, la catena, tendendosi, inizierà a vibrare e la nostra imbarcazione sarà richiamata in avanti togliendo il “tiro” alla catena stessa.
A questo punto l’ancoraggio è riuscito. Al timoniere resta solo il compito di prendere dei riferimenti a terra per poter verificare visivamente che la barca non arretri troppo, segnale inequivocabile di un’ancora che ara sul fondo.
Come ho scritto all’inizio, la prima operazione (aprire la frizione del salpancora e lasciare che la catena scorra libera) viene eseguita in questo modo SEMPRE PIU’ RARAMENTE.
Quasi sempre si preferisce far scorrere la catena lentamente utilizzando il salpancora anche per la discesa: l’ancora scende pigramente e si adagia sul fondo senza penetrarlo; farà quindi meno presa, soprattutto su uno strato di fango melmoso o su un tappeto di alghe.
Il timoniere fa arretrare la barca fino a quando l’ancora non scivola più sul fondale e, FINALMENTE, fa presa. In poche parole non ci troviamo più sul punto che avevamo scelto noi , ma nella posizione in cui l’ancora è riuscita a “fare testa”.In molte circostanze questo potrebbe non essere un problema. Tuttavia se gli spazi di ancoraggio fossero particolarmente ristretti, potremmo ritrovarci troppo vicini ad altre barche o agli scogli , quindi nella condizione di dover ripetere la manovra…(segue) .
Mirco Mascotto
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